lunedì 1 aprile 2013

Effetto crisi: i supermercati vendono meno vino, ma aumenta la qualità.


CRISI !! O QUALITÀ DELLA VITA !!!!

È il quadro complessivo emerso dalla ricerca di SymphonyIRI Group sull'andamento del mercato del vino e sui vini più venduti nella Grande Distribuzione (Gdo) nel 2012; la ricerca completa, realizzata per Veronafiere, verrà presentata a Vinitaly 2013 (nel corso del convegno su vino e Gdo, il prossimo 8 aprile). 
L’analisi dettagliata delle statistiche evidenzia che il 2012 è stato un anno caratterizzato da un forte aumento dei prezzi dei vini nella Gdo: del 5,5% per il totale del vino confezionato, del 4,5% a litro per le bottiglie di 75 cl a denominazione d’origine e del 10,1% per i brik.
Parlando, invece di quote di mercato globale, i vini a denominazione raggiungono il 56,1% delle vendite di vino nella Gdo, mentre i brik il 31,5% (sempre a volume). Il vino più venduto nei supermercati italiani è il Lambrusco con più di 14 milioni di litri per un valore di 44 milioni di euro. Seguono Chianti, Montepulciano d’Abruzzo, Barbera, Bonarda. Crollano le vendite del Nero d’Avola (-3%), a causa di un aumento del prezzo del 20,8%, un fenomeno che si ripete anche per altri vini. 
Tra i vini “emergenti”, c’è il boom del Pecorino, prodotto nelle Marche e in Abruzzo, con un +23,8%, seguito da Pignoletto, Grillo, Traminer, Falanghina.
«Le statistiche ci dicono qualcosa dell’evoluzione dei gusti dei consumatori: tra i vini emergenti troviamo nelle prime posizioni tre bianchi, dunque una predilezione per un bere più leggero, forse meno legato al pasto e più alla socialità. 
Un dato che deve far riflettere: alla tradizione bisogna affiancare nuovi gusti e nuove modalità di consumo per avvicinare nuovi consumatori», commenta Virgilio Romano, Client Service Director di SymphonyIRI Group, coordinatore della ricerca realizzata per Vinitaly 2013. 
Aumentano, infine, le vendite delle bottiglie a denominazione a marca commerciale, distribuite dalle insegne della Gdo con nomi di fantasia o col proprio nome, che aumentano di prezzo e di qualità. 
La marca commerciale arriva così a conquistare una quota di mercato del 14,7% (bottiglie più brik). 
Le scelte strategiche delle aziende distributive hanno portato a qualificare il prodotto, che ora è presente con maggiore frequenza in segmenti nobili del mercato, diversificando in questo modo la propria offerta al consumatore e ampliando il proprio target di riferimento. 
Una politica premiata dai clienti, che anche nel vino hanno ora nella marca privata un valido punto di riferimento.

Nessun commento:

Posta un commento